Claudio Scognamiglio, l’estremo difensore del Ventimiglia, si racconta in esclusiva ai nostri microfoni
Claudio Scognamiglio è nato a Grosseto l’11 Settembre di 29 anni fa, ha iniziato a parare nel settore giovanile di una piccola società, il Saurorispescia. Nel 2002 passa al Grosseto dove rimane fino al 2007, nel capoluogo toscano raggiunge le fasi finali categoria Berretti, successivamente passa in prima squadra come secondo portiere, ottiene una storica promozione in Serie B e la stagione seguente prende parte al campionato cadetto come terzo portiere della rosa.
Incredibilmente però, nell’estate del 2007, Claudio rimane senza squadra e si ritrova così a giocare al Braccagni, in Prima categoria, poi passa in Eccellenza all’Albinia, dove rimane fino al 2012. In quell’anno, decide di trasferirsi in Liguria per poter stare vicino alla fidanzata, che due anni fa è poi diventata sua moglie. Lì a inizio la storia tra Claudio Scognamiglio e il Ventimiglia, andiamo a conoscerlo meglio:
Com’è possibile che un giocatore che la stagione precedente ha fatto parte di una rosa in serie B, finisca in prima categoria?
Spiegare i motivi per il quale mi sono trovato da una rosa di serie B a una di Prima Categoria non è semplicissimo, perché ci sono una serie di concause, a me non piace dare la colpa a terzi, ho preso delle decisioni, anche per motivi familiari, che mi hanno portato alla scadenza del contratto e a rimanere senza squadra, di conseguenza, pur di non rimanere fermo, sono stato tesserato l’ultimo giorno di mercato da una squadra di Prima Categoria, un’esperienza che mi è servita moltissimo.
Qual’è il ricordo più bello e quello più brutto della tua carriera?
Il ricordo più brutto è stato un grave infortunio durante una partita in Berretti al primo anno di Grosseto, che mi ha costretto a rimanere in ospedale un mese, di cui tre giorni in rianimazione. Il ricordo più bello sono le vittorie del campionato con il Grosseto e con il Ventimiglia, vincere un campionato, in qualsiasi categoria esso sia, è comunque bellissimo.
Cosa ti rimane dell’esperienza a Grosseto?
Dell’esperienza di Grosseto mi rimane tanto, ho imparato e capito come si deve lavorare in campo e fuori, ho avuto la fortuna di conoscere e lavorare con dei seri e preparati professionisti.
Quest’anno il Ventimiglia ha perso alcuni pezzi pregiati come Cadenazzi e Stamilla, dove potete arrivare?
Sì, è vero, abbiamo perso dei giocatori importanti e la squadra è cambiata molto, non saprei dire dove possiamo arrivare, ma posso dirti di essere molto curioso di scoprirlo domenica dopo domenica!
A quale portiere ti ispiri e chi è il più forte attualmente al mondo?
Sicuramente Gigi Buffon, ha avuto la straordinaria capacità di modificarsi in base al cambiamento che il calcio ha vissuto negli ultimi anni e nonostante tutto è al top, per me lui è il più forte ed è l’esempio vivente che il lavoro paga a qualsiasi età.