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LA COMUNICAZIONE IN CAMPO: COME MASSIMIZZARE L’EFFICACIA DELLA PROPRIA SQUADRA

 

La prima regola che ti insegnano quando fai un corso di comunicazione è che “non si può non comunicare”. Ogni istante della nostra vita comunichiamo qualcosa, anche se non diciamo nulla. Tutto è comunicazione: l’atteggiamento, lo sguardo, il modo di muoversi, la gestualità… tutto.

Esistono 3 tipi di comunicazione:
1) VERBALE: cosa diciamo (scelta delle parole)
2) PARA-VERBALE: come lo diciamo (tono di voce, il volume, le pause)
3) NON VERBALE: atteggiamento, modo di muoversi, sguardo, distanze, gestualità ecc…

Quando siamo in campo sfruttiamo tutti questi tipi di comunicazione, e saperli leggere ed utilizzare efficacemente aiuta a massimizzare l’efficacia della squadra e spesso può essere la chiave per portare a casa il risultato. Analizziamo tutti i tipi di comunicazione che si manifestano in partita:

VERBALE: Partiamo dal ruolo del portiere: la sua capacità di comunicare è molto importante per aumentare l’efficacia del reparto difensivo, in modo da limitare il numero di occasioni da gol che può creare l’avversario e quindi subire meno reti. Quando il portiere ha intenzione di andare in presa deve chiamare la palla ( MIA! ) in modo da comunicare ai difensori di non intervenire sul pallone e da intimidire gli attaccanti avversari (a volte funziona! 😉 ). Il portiere inoltre, vedendo tutto il campo può correggere il posizionamento dei difensori, chiamare le marcature quando saltano e coordinare la fase difensiva. La comunicazione verbale serve inoltre ai difensori per indicare al compagno di reparto di scalare la marcatura o l’intenzione di andare sul pallone. Altra importantissima espressione della comunicazione verbale in campo è data dalle parole UOMO e SOLO che vanno pronunciate quando un compagno sta ricevendo il pallone di spalle. Se il compagno sa di essere solo può girarsi senza problemi e proseguire l’azione d’attacco. Sapendo invece di avere l’uomo che arriva alle sue spalle capirà che è preferibile scaricare il pallone a sostegno (al compagno indietro) e smarcarsi per andarselo a riprendere. Un buon giocatore può anche decidere di girarsi ugualmente, però sapere di avere l’avversario in arrivo gli permette di adattarsi al meglio alla situazione, quindi magari fintare di andare da un lato ed andare dall’altro, oppure proteggere subito il pallone, o ancora orientare il controllo oltre l’avversario in arrivo.

PARA-VERBALE: Saper utilizzare il giusto tono ed il giusto volume di voce può risultare decisivo nell’efficacia della comunicazione. Pensiamo ad un capitano che vuole dare grinta e motivazione ai compagni in difficoltà: dovrà parlare in tono energico, con un buon volume di voce, altrimenti non sortirà l’effetto desiderato. Se cerca di motivare i compagni, ma lo fa con tono di rassegnazione e con un volume di voce basso, otterrà l’effetto contrario, e li demoralizzerà ancora di più, anche dicendo le parole giuste. Altro esempio importante, la comunicazione con l’arbitro: è importante utilizzare toni pacati e rispettosi, al fine di non subire provvedimenti disciplinari. Spesso giocatori o allenatori vengono espulsi non tanto per quello che dicono, ma per il modo in cui lo dicono. Personalmente in 10 anni non ho mai preso una squalifica, eppure mi è capitato di criticare decisioni arbitrali, però l’ho fatto sempre nel modo giusto, con educazione e rispetto, ascoltando il punto di vista del mio interlocutore e spiegandogli il mio.

NON VERBALE: passiamo adesso al tipo di comunicazione più importante: quella non verbale. Partiamo dalla fase difensiva: lo studio degli avversari è fondamentale per un giocatore che vuole massimizzare la propria efficacia: conoscere il piede preferito, la velocità, la sicurezza e le mosse più utilizzate dei propri avversari darà un ENORME vantaggio alla squadra. Quando difenderemo sapremo da che lato mandare gli avversari, a che distanza stare, quali avversari attaccare con più decisione e leggere l’azione con maggiore semplicità. Nella singola azione è invece importante imparare a leggere la postura dell’avversario. Prendiamo ad esempio il portatore di palla: se ha intenzione di passare il pallone vicino metterà il corpo in un modo, se ha intenzione di lanciare lungo in un altro, se ha intenzione di tirare in porta in un altro ancora. Saper leggere in anticipo le intenzioni dell’avversario ci permette di poter prendere prima le adeguate contromisure. Oltre alla postura del portatore di palla, è utile imparare a riconoscere i movimenti senza palla degli avversari, per capire il prima possibile quale spazio o quale traiettoria andare a chiudere. Passiamo ora alla fase offensiva. Quando abbiamo la palla è importantissimo saper leggere i movimenti dei compagni ed osservarne i gesti (possono indicarci ad esempio dove vogliono la palla), a volte anche con un solo sguardo possono darci un messaggio importante. Quando invece non abbiamo la palla, dobbiamo imparare a leggere le intenzioni del nostro compagno che ha la palla, ma anche quelle dei compagni che si muovono intorno a noi, in modo da poter creare combinazioni veloci. Tutto questo è comunicazione non verbale.

Se imparerete a padroneggiare tutti e 3 i tipi di comunicazione e ad usarli al meglio, avrete davvero una marcia in più!

Articolo tratto dalla pagina Facebook di mister Alessandro Zenone.

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