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120 anni di Sanremese, la comparsata del Boca Juniors al “Comunale”

➡️ 120 VOLTE NOI!

💥 3. La comparsata del Boca Juniors al “Comunale”

📝 L’“era Borra” si era conclusa in un piovoso pomeriggio di inizio giugno. La sconfitta (indolore) per 1-0 contro il Parma, in uno stadio quasi interamente occupato dai tifosi emiliani, aveva sancito la promozione in Serie B della squadra allenata da Marino Perani. Borra lasciava la Sanremese dopo sette stagioni da presidente. Arrivato in Serie D, aveva toccato l’apice con un quarto posto in C1 (il campionato di grazia 1979/80). Per lui, originario di Fidenza, non poteva esserci miglior addio che contro il Parma. Assieme a Borra se ne andava anche Maurizio De Luca. Per il capitano di tante battaglie la destinazione era Rimini, dove avrebbe trovato un giovane allenatore proveniente dalla Primavera della Fiorentina voglioso di cambiare il corso del calcio italiano: Arrigo Sacchi. La partita degli addii contro il Parma non fu né preceduta né seguita da grandi cerimonie di commiato. Tutto si concluse in quell’indifferenza tipica di Sanremo che gli ottimisti potrebbero scambiare per sobrietà.

Il passaggio di consegne tra Gianni Borra e il nuovo patron di corso Mazzini, il farmacista di Diano Marina Bernardino Sciolli (detto Dino), si consumò a un mese esatto da quel Sanremese-Parma, il 3 luglio 1984. «Abbiamo cercato per mezza Italia un acquirente per la Sanremese e lo avevamo a due passi da casa», fu il commento di Borra subito dopo aver concluso l’affare. Il suo successore era stato presidente dell’Imperia nella prima metà degli anni Settanta, poi era passato alla Dianese in Promozione (dove aveva vissuto le sue stagioni migliori) e da tre stagioni a questa parte era presidente dell’Albenga, in Interregionale.

La squadra venne affidata a Franco Rondanini, un giovane tecnico reduce da un quattordicesimo posto in C2 con l’Alcamo, alla sua prima esperienza in C1. La campagna acquisti estiva non fu particolarmente esaltante per un campionato che si annunciava tutt’altro che facile. Il ritiro a Voltaggio ebbe il sapore dell’“operazione nostalgia”… La continuità con il passato, in quest’inizio di stagione, sembrava essere rappresentata dalla programmazione di amichevoli di grande prestigio in cui la Sanremese incrociava i tacchetti con blasonate avversarie, italiane e straniere. La prima della serie, dopo qualche partita di Coppa Italia e a undici giorni dal debutto in campionato in quel di Livorno, venne organizzata contro gli argentini del Boca Juniors, una delle più importanti squadre di tutto il Sudamerica. Gli Xeneizes si trovavano in tournée in Europa – dove avevano già giocato contro il Torino (perdendo 3-0) e con il Nizza (vincendo 2-0) – e avevano acconsentito di giocare al “Comunale” di corso Mazzini per la prima volta nella loro storia. Il calcio d’inizio è previsto alle ore 21:00 di mercoledì 13 settembre 1984, ma a una mezz’ora dall’incontro arriva la brutta sorpresa. Quando il pullman del Boca Juniors si ferma davanti al “Comunale”, scendono l’allenatore Dino Sani (grande regista brasiliano del Milan degli anni Sessanta) e il capitano Carlos Cordoba, detto “Cacho”. Vedendo gli spalti quasi deserti (fino alle 20:30 il botteghino aveva staccato poco più di 300 biglietti), chiedono ai dirigenti biancazzurri 15mila dollari, più o meno 30 milioni di vecchie lire dell’epoca. Stando a quanto riferito successivamente dalla Sanremese, gli accordi sarebbero stati diversi: metà dell’incasso e un rimborso spese. Ma, evidentemente, questa formula agli argentini non stava più bene. Forse non erano a conoscenza degli incassi di Sanremo, soprattutto in un periodo di fase calante del calcio cittadino come questo. Fatto sta che poco prima delle 21:00 risalgono sul pullman e se ne tornano ad Arenzano, dove alloggiano. A quel punto la voce metallica dell’altoparlante dello stadio invita gli spettatori presenti a tornare a casa, Rondanini fa altrettanto con i 22 convocati. L’arbitro, il signor Ruffinengo di Savona, ripone la giacchetta nera nel borsone e riparte alla volta della città della Torretta. Nel corso di una conferenza stampa, viene esibita una copia del telex, firmato da Antonio Rosellini – l’agente Uefa che ha organizzato la tournée del Boca Juniors in Europa (qualche anno dopo porterà in Italia Careca) – in cui sono riportate nero su bianco le condizioni necessarie per giocare la prestigiosa amichevole. Sciolli, alla sua prima vera grana da presidente, dichiara: «La Sanremese non ha colpa di quello che è successo, ma è stata comunque una brutta figura. Vogliamo salvaguardare il nostro buon nome. Intendiamo tutelare fino in fondo la nostra immagine che, per colpa degli argentini, non esce bene da questa vicenda». Non proprio il modo migliore per cominciare la nuova stagione che, comunque, culminerà con una brillante salvezza in C1. I problemi, societari e di campo, inizieranno l’anno dopo…

Romano Lupi

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